Roma - Nominare Bonajuto oppure Modica evoca subito la stessa cosa: quello speciale, inconfondibile cioccolato ruvido e granuloso. “La dolceria Bonajuto” è ora anche un libro che racconta, come dice il sottotitolo, la “storia della cioccolateria più antica di Sicilia”. L’avvincente cammino di oltre un secolo e mezzo viene proposto da Franco Ruta Bonajuto, che guida l’azienda, da Giovanni Criscione, autore del volume pubblicato da Kalòs, e dalla giornalista Marcella Smocovich nell’incontro condotto dallo scrittore Roberto Ippolito alle 19.00 di martedì 1 aprile 2014 nel centro culturale Spazio5, in via Crescenzio 99d a Roma, concepito dal fotografo Maurizio Riccardi, direttore di Agr, e animato da Giovanni Currado.
A Spazio5 la storia si conclude con la golosa attualità: la degustazione dei prodotti della Dolceria Bonajuto. Prodotti conosciuti e invidiati dovunque. E’ stato Franco Ruta, come scrive Criscione, a prendere in mano una ventina di anni fa “le redini dell’azienda di famiglia portando il cioccolato di Modica alla ribalta mondiale”.
Con la “densa e approfondita ricerca sulle vicende familiari e imprenditoriali dei Bonajuto, Giovanni Criscione”, che è dottore di ricerca in storia contemporanea a Catania, “ci consegna un inedito scorcio di storia sociale della città tra Ottocento e Novecento, mettendo in luce sia la straordinaria varietà di competenze artigianali, sia lo spirito di impresa che ha caratterizzato la nascita e lo sviluppo del distretto del cioccolato modicano” fa presente nella prefazione Giuseppe Barone, direttore del dipartimento di scienze politiche e sociali dell’università di Catania.
Muovendosi tra economia e letteratura, Ippolito, autore dei libri “Ignoranti” (Chiarelettere) e “Il Bel Paese maltrattato” (Bompiani), propone nell’incontro a Spazio5 la riflessione sulle qualità di un territorio che lascia il segno e che è patrimonio dell’umanità Unesco per le architetture barocche. Ippolito ricorda che il premio Nobel Salvatore Quasimodo, nato a Modica e figlio del capostazione, affermava “Oscuramente forte è la vita” nella poesia dedicata al padre per i suoi 90 anni e alla “terra impareggiabile”. E nota che “qui il cioccolato ha una grande storia culturale”.
Marcella Smocovich, in un saggio del libro “La dolceria Bonajuto”, ricorda quando andava alla cioccolateria Bonajuto con lo scrittore Leonardo Sciascia che le “regalava chili di cioccolatini, tavolette, barrette”. Nella storica bottega fu possibile vedere Sciascia con Gesualdo Bufalino, che viveva a Comiso, distante una manciata di chilometri. Capitò a lui stesso di andarlo a prendere per dirigersi insieme a Modica. A una cena a Barcellona Sciascia vantò a Marcel Vazquez Montalban il cioccolato della Dolceria Bonajuto realizzato con un metodo tradizionale quasi sconosciuto in qualunque altro posto.
Criscione spiega che la differenza del cioccolato di Modica rispetto ad altri prodotti artigianali è la mancanza di burro di cacao oltre quello naturalmente presente nelle fave: “La lavorazione, effettuata a temperature non superiori a 45°, scioglie il burro ma non lo zucchero”. Da questo deriva la particolare consistenza.
Negli oltre centocinquanta anni di storia, il 1911 è un anno memorabile per la Dolceria Bonajuto grazie alla medaglia d’oro ottenuta all’Esposizione internazionale di Roma. Quella barretta premiata, dice Criscione, “sapientemente rilanciata sul mercato dopo alcuni anni di sordina è diventata un prodotto di eccellenza, annoverato tra le migliori qualità di cioccolato al mondo”.
E “il riposizionamento della barretta prodotta da Bonajuto ha fatto da apripista al boom del cioccolato artigianale di Modica, esploso a partire dagli anni novanta del novecento”. Roma ne parla dunque a Spazio5, per iniziativa del fotografo Maurizio Riccardi. Non dimenticandosi di gustare in diretta.
(fonte: http://www.agrpress.it)