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lunedì 5 maggio 2014

Intervista all'architetto Piantini che con il progetto “K2 su e giù” si è aggiudicato la prima edizione del concorso “RE-Thinking Kitchen”

Modica (RG) - Con il progetto "K2 Su e giù", una cucina modulare compatta dalle funzioni avanzate, lo scorso 31 marzo l'architetto milanese Tomaso Piantini si è aggiudicato il primo piazzamento nel concorso “RE-Thinking Kitchen”, promosso dal Lab. 7.0 di Gerratana Srl. Nei prossimi mesi il progetto, selezionato da una giuria di addetti ai lavori tra oltre sessanta elaborati giunti dall'Italia e dall'estero, sarà trasformato dai tecnici della Gerratana Srl in un prototipo e destinato alla vendita, garantendo al suo autore delle royalties del 7% per sette anni.
Tomaso Piantini, una laurea in Architettura al Politecnico di Milano (2008), ha lavorato negli atelier parigini di architettura di Jean Nouvel e HDA e poi come project management per la Bodino Spa di Torino (architettura e allestimenti museali e fieristici), prima di fondare lo studio arcHITects. Lo studio, gestito con Alessandro Pasini, si occupa di progettazione “b2b” nel settore retail e alberghiero con una attenzione speciale ai temi dell'acustica e della ricerca di nuovi materiali, svolgendo progetti e consulenze in Libia, Inghilterra, Francia, Stati Uniti, ecc. Numerosi i premi e i riconoscimenti ottenuti. Ai quali si va ad aggiungere ora il primo premio di RE-Thinking Kitchen 2014 intitolato a Giuseppe Gerratana.D – Architetto Piantini, come ha saputo del concorso Re-Thinking Kitchen?
Una volta alla settimana il mio studio analizza e seleziona i concorsi più interessanti ed abbiamo subito scelto il concorso Re-Thinking Kitchen, anche se non conoscevo bene la realtà della società Gerratana Srl. I vincoli erano pochissimi e gli spunti tantissimi. Il bando riassumeva tutte le tematiche a me vicine: la ristorazione e il tema del food (ora al centro dell'attenzione a Milano grazie all'EXPO 2015), il design, la ricerca di una sfida per un prodotto nuovo che tenesse in considerazione materiali e scelte nuove, la sostenibilità, non solo progettuale ma anche economica e sociale. Mi sono quindi lanciato nell'impresa mettendo un team di progetto a lavorare sull'idea.
Ho pensato fosse essenziale mettersi nei panni della società e capire di quale nuovo prodotto potesse aver bisogno: è nata così l'idea di K2 Su e Giù.
D - Ci spiega meglio l'idea progettuale di “K2 Su e giù”?
Sono partito pensando a una forma che fosse quanto più modulare e ripetibile possibile, immaginando un "oggetto" che potesse essere realizzato con le macchine da presso-piegatura della lamiera. Eliminando le curve è venuta fuori la forma più geometrica della storia, il cubo. Poi ho iniziato a dissociare e associare le parti per renderlo un oggetto essenziale ma al contempo completo e con alcuni caratteri innovativi. Ho quindi immaginato alcuni utilizzi tipici: un catering all'aperto con due cuochi in simultanea che servono veloci ricette da cerimonia, eventi di street food estemporanei, etc. L'obbiettivo era avere due posizioni, aperto e chiuso, perché una cucina "aperta" non è trasportabile.
D – Qual è il bilancio complessivo di questa esperienza con Gerranta srl?
Siamo molto soddisfatti dei risultati e dell'apprezzamento dalla giuria e di Gerranta srl. Non conoscevo la società ma ne sono rimasto entusiasta. Lo showroom è stato una sorpresa per dimensione e qualità. Ho potuto apprezzare gli allestimenti finiti e la qualità delle lavorazioni dell'acciaio e di tutte le componentistiche. Ringrazio lo staff di Gerratana per l'entusiasmo con il quale mi ha accolto e ne approfitto per far loro i miei complimenti per la lungimiranza e professionalità con la quale hanno indetto e gestito il concorso, serietà ampiamente dimostrata anche dalla grande adesione al bando di colleghi architetti e designers.
D - Ha dei suggerimenti per le prossime edizioni di RE-Thinking Kitchen?
Per le prossime edizioni posso suggerire di aggiungere qualche vincolo, magari sulla effettiva realizzabilità. Questo renderà il concorso più competitivo e il lavoro della giuria più difficile ma di grande soddisfazione. Consiglio anche di continuare la concomitanza con il concorso Re-thinking Food perché la sperimentazione nel food entusiasma anche gli architetti e, a "testare i vincitori", il palato va in estasi.