Modica (RG) - A seguito del comunicato stampa diramato il 30 gennaio scorso dal titolo "Cioccolato di Modica, un consistente gruppo di produttori dice no alla svendita" ed emesso a nome e per conto dei rappresentanti delle aziende Antica Dolceria Bonajuto, Casa don Puglisi, CioKarrua, Ciomod, Cosaruci, Delizie d'autore, Dolceria primavera, Il Modicano, L'arte del Cio. to. ca., Quetzal, Sfizi golosi e Spinnagghi, il presidente del Consorzio di Tutela del Cioccolato di Modica, Salvatore Peluso, ci ha fatto pervenire una richiesta di rettifica relativa alla parte in cui si scriveva che il Consorzio di tutela del Cioccolato di Modica era scomparso dall'elenco di quelli incaricati dal Ministero delle Politiche Agricole ai sensi dell'articolo 14 della legge 526/99, aggiornato al gennaio 2016. Il presidente Peluso ci ha fatto rilevare che "il Consorzio di Tutela del Cioccolato di Modica non è stato cancellato dall'elenco ministeriale, per la ragione di non esservi stato mai iscritto".
Nello scusarci per avere fornito una informazione non precisa e comunque carente rispetto a quelle date in precedenza, invitiamo le testate giornalistiche che avessero pubblicato la notizia a rettificarla, con risalto a analogo a quello riservato al brano giornalistico cui la rettifica si riferisce. E mettendo in rilievo le altre informazioni che riguardano cioccolato, promozione e comunicazione relative alle dodici aziende firmatarie, rilevanti per il comparto del cioccolato Modicano e che di tale Consorzio non fanno parte.
"Da tale rettifica - dichiarano i rappresentanti delle dodici aziende - che rappresenta un falso problema, traiamo lo spunto per precisare un dato di non poco conto, secondo cui di fatto il Consorzio non è ad oggi presente nell'elenco dei soggetti deputati all'IGP presso il Ministero delle Politiche Agricole, proprio perché l'IGP non l'ha ancora ottenuto. E questo nonostante il direttore del Consorzio avesse dichiarato nell'aprile 2015, in un'intervista apparsa su una nota rivista di life style, che l'IGP era già stato ottenuto (riportiamo la frase virgolettata: "Il cioccolato di Modica ha ottenuto anni fa la denominazione IGP (Indicazione geografica protetta) grazie al fatto che si è potuto dimostrare il suo forte legame con il territorio").
E' evidente che tale circostanza determina la mancanza di una legislazione conosciuta pubblicamente che apporti la giusta garanzia sulla qualità del cioccolato di Modica, in merito alla sua definizione e alle modalità di verifica sullo stesso, nonostante fin dal 2010 si sia sostenuto che "solo il Consorzio garantisce la qualità superiore del cioccolato di Modica" (frase pubblicata nel periodico del Consorzio stesso) e ancora nel novembre 2015, in vari messaggi Twitter da CioccolatoModicaExpò e CioccolatodiModica si sia scritto che è il Consorzio che dà la garanzia "di qualità e gusto al cioccolato di Modica".
Tale forma di comunicazione non fondata su alcun sistema di regole pubblicamente riconosciute, tocca negativamente la realtà di aziende locali, con una reputazione nazionale e internazionale, non associate al Consorzio.
La realtà dei fatti, invero, è che Il Consorzio CTCM si è costituito, e questo in maniera anomala, ancora prima di avere delle norme e una certificazione in base alle quali tutelare il prodotto (di solito i Consorzi di tutela, come definiti dall'art. 2602 del Codice Civile e dall'art. 14 legge 526/1999, nascono dopo che l'IGP è stata ottenuta, non prima) prova ne è che negli anni, più volte sono comparsi sulla stampa annunci sull'imminenza dell'ottenimento dello stesso, senza che poi si facessero concreti passi avanti.
Precisiamo, inoltre, che non è semplice vedere trasparenza nella vita di un Consorzio il cui l'ultimo bilancio depositato risulta quello del 2013 (da visura presso la Camera di Commercio di Ragusa svolta il 10 gennaio 2016), la cui situazione alla stessa data è di inattività e il cui elenco dei soci data al 2003 (registrando solo i fondatori) e include quindi un'azienda che si è formalmente dimessa da un decennio (2006: Bonajuto) e altre che non esercitano più (Bonomo e Di Grandi, mentre Antonio Pitino non ha più partecipato in alcun modo dal 2007).
In conclusione la modalità di comunicazione, qui brevemente esemplificata, più della notizia della cancellazione dagli elenchi del Ministero, ha ingenerato negli anni estrema confusione e qualche danno per alcune realtà produttive del cioccolato modicano.
Ribadiamo che prima di sentire il Consorzio come un organismo al quale poter aderire, siamo pronti ad accogliere una comunicazione più trasparente e rispondente al vero da parte dello stesso e intendiamo intraprendere comunque un percorso collettivo, aperto, oltre che alle nostre aziende, anche a qualsiasi altro produttore di cioccolato di Modica interessato, che mostri concretamente cosa intendiamo per promozione e tutela del cioccolato di Modica".
Nello scusarci per avere fornito una informazione non precisa e comunque carente rispetto a quelle date in precedenza, invitiamo le testate giornalistiche che avessero pubblicato la notizia a rettificarla, con risalto a analogo a quello riservato al brano giornalistico cui la rettifica si riferisce. E mettendo in rilievo le altre informazioni che riguardano cioccolato, promozione e comunicazione relative alle dodici aziende firmatarie, rilevanti per il comparto del cioccolato Modicano e che di tale Consorzio non fanno parte.
"Da tale rettifica - dichiarano i rappresentanti delle dodici aziende - che rappresenta un falso problema, traiamo lo spunto per precisare un dato di non poco conto, secondo cui di fatto il Consorzio non è ad oggi presente nell'elenco dei soggetti deputati all'IGP presso il Ministero delle Politiche Agricole, proprio perché l'IGP non l'ha ancora ottenuto. E questo nonostante il direttore del Consorzio avesse dichiarato nell'aprile 2015, in un'intervista apparsa su una nota rivista di life style, che l'IGP era già stato ottenuto (riportiamo la frase virgolettata: "Il cioccolato di Modica ha ottenuto anni fa la denominazione IGP (Indicazione geografica protetta) grazie al fatto che si è potuto dimostrare il suo forte legame con il territorio").
E' evidente che tale circostanza determina la mancanza di una legislazione conosciuta pubblicamente che apporti la giusta garanzia sulla qualità del cioccolato di Modica, in merito alla sua definizione e alle modalità di verifica sullo stesso, nonostante fin dal 2010 si sia sostenuto che "solo il Consorzio garantisce la qualità superiore del cioccolato di Modica" (frase pubblicata nel periodico del Consorzio stesso) e ancora nel novembre 2015, in vari messaggi Twitter da CioccolatoModicaExpò e CioccolatodiModica si sia scritto che è il Consorzio che dà la garanzia "di qualità e gusto al cioccolato di Modica".
Tale forma di comunicazione non fondata su alcun sistema di regole pubblicamente riconosciute, tocca negativamente la realtà di aziende locali, con una reputazione nazionale e internazionale, non associate al Consorzio.
La realtà dei fatti, invero, è che Il Consorzio CTCM si è costituito, e questo in maniera anomala, ancora prima di avere delle norme e una certificazione in base alle quali tutelare il prodotto (di solito i Consorzi di tutela, come definiti dall'art. 2602 del Codice Civile e dall'art. 14 legge 526/1999, nascono dopo che l'IGP è stata ottenuta, non prima) prova ne è che negli anni, più volte sono comparsi sulla stampa annunci sull'imminenza dell'ottenimento dello stesso, senza che poi si facessero concreti passi avanti.
Precisiamo, inoltre, che non è semplice vedere trasparenza nella vita di un Consorzio il cui l'ultimo bilancio depositato risulta quello del 2013 (da visura presso la Camera di Commercio di Ragusa svolta il 10 gennaio 2016), la cui situazione alla stessa data è di inattività e il cui elenco dei soci data al 2003 (registrando solo i fondatori) e include quindi un'azienda che si è formalmente dimessa da un decennio (2006: Bonajuto) e altre che non esercitano più (Bonomo e Di Grandi, mentre Antonio Pitino non ha più partecipato in alcun modo dal 2007).
In conclusione la modalità di comunicazione, qui brevemente esemplificata, più della notizia della cancellazione dagli elenchi del Ministero, ha ingenerato negli anni estrema confusione e qualche danno per alcune realtà produttive del cioccolato modicano.
Ribadiamo che prima di sentire il Consorzio come un organismo al quale poter aderire, siamo pronti ad accogliere una comunicazione più trasparente e rispondente al vero da parte dello stesso e intendiamo intraprendere comunque un percorso collettivo, aperto, oltre che alle nostre aziende, anche a qualsiasi altro produttore di cioccolato di Modica interessato, che mostri concretamente cosa intendiamo per promozione e tutela del cioccolato di Modica".