Una breve cerimonia d'apertura con i rituali di preghiera giapponesi, i suoni del Taiko (il tamburo militare) e i colori dello Yori (armatura di samurai), ha ricreato l'atmosfera di concentrazione e silenzio propedeutica all'ingresso dei due sfidanti sul tatami.
Da un lato, Tonino Giannì, alto 1,90 cm per 90 kg di peso, 50 anni, di cui 36 dedicati al karate, consigliere della Federazione Shotokan Karate–do International Italia, cintura nera IV dan, una carriera costellata da successi in competizioni nazionali e internazionali. Dall'altro Giovanni Aprile, 1,70 cm di altezza per 70 kg di peso, 36 anni, cintura nera IV dan, considerato uno dei maggiori esperti in Italia di Aikido, responsabile per l'Italia centrale e meridionale della Scuola nazionale di Arti Marziali "Il Samurai".
È stato un combattimento leale ma vero, condotto senza esclusione di colpi tra i contendenti che hanno fatto sfoggio di grande agilità e abilità tecnica, mostrando il classico repertorio di colpi delle arti marziali giapponesi. Tre round di puro spettacolo che hanno incantato ed emozionato il pubblico. Non sono mancate le tensioni, subito stemperate dall'arbitro Sergio Cassisi, coadiuvato dai giudici Maurizio Agricola e Domenico Ruta, intervenuto più volte per decretare un minuto di pausa utile a far scendere i livelli di adrenalina tra i combattenti. Il maestro Giannì è dovuto persino ricorrere alle cure dei sanitari per una piccola ferita al volto: per fortuna, nulla di grave e scuse immediate dell'avversario. Alla fine, il pareggio è sembrato ai giudici il risultato più equo per una sfida inedita, in cui il vero protagonista è stato lo sport, con i suoi valori di lealtà e correttezza, autocontrollo e rispetto dell'avversario.
L'evento, che nei giorni scorsi sui Social aveva diviso il mondo dei maestri e degli appassionati italiani di Aikido in gran parte contrari allo spirito della competizione, si è trasformato in una vetrina di successo per le arti marziali, che ne escono rafforzate in termini di popolarità e d'immagine.
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