Il titolo richiama una precedente mostra dell'artista di origine catanese, presentata nel 2014 al Foyer del Teatro di Donnafugata. Un curriculum artistico, quello di Greco, molto accattivante. La formazione da autodidatta, i viaggi e le permanenze tra l'Italia e l'Estero, la passione per il cinema e la cultura on the road, gli anni Settanta, le Neo Avanguardie; e ancora: l'incontro con Vincent Pirruccio, scultore siculo-australiano di fama internazionale che ha accompagnato scelte e visioni dell'artista e dell'uomo; la partecipazione a esposizioni di pregio in spazi istituzionali, musei e gallerie civiche tra Taormina e Milano; la presenza di sue opere nelle collezioni permanenti del Museo della Mafia di Trapani e del SAC (Sant'Agostino Contemporanea) della Galleria Regionale di Palazzo Bellomo a Siracusa.
Poeta della materia, Paolo Greco, occupa un posto importante tra le menti più creative del sud-est siciliano. I materiali di scarto, gli pneumatici, le camere d'aria, i bulloni, sono frammenti di vita urbana che rivivono, triturati, manipolati, assemblati e laccati, in nuovi contesti di esistenza fenomenica e simbolica. «Secondo le intenzioni dell'artista – scrive di lui, il critico d'arte Giuseppe Carrubba – tutto può diventare oggetto di indagine e di sperimentazione, ogni materiale ha delle potenzialità espressive dentro infinite possibilità, in cui si dà valore non all'invenzione in sé ma al metodo di trasformazione che nasce dall'interpretazione e dal contatto psichico e vitale delle cose del mondo».
Un pensiero che fa da contrappunto alle riflessioni di Ornella Fazzina, docente di storia dell'arte all'Accademia di Belle Arti di Catania: «Frammenti del quotidiano, brandelli di vita, lacerti di possibilità esistenziali hanno trovato una diversa organizzazione e dal sommerso sono emersi sotto nuova veste, enfatizzando una società dell'usa e getta. Questa operazione di assemblage è la maglia segnica che connota l'arte di Greco e che costituisce l'esito di un incessante lavorio di ricognizione di materiali in vista della produzione estetica».
"Metronomico Radiale" è l'intestazione di una mostra che designa un impegno costante e concreto dell'uomo nel substrato urbano, quindi sociale. Si inserisce in un periodo di fermento artistico e culturale che la città del barocco vive in accordo con la sua candidatura a capitale della cultura nel 2020. La location della personale, il Museo Civico di Noto, presenta un'architettura tardo-medievale con cui Greco desidera dialogare immaginando un contatto sine tempore tra il contemporaneo di ieri e il contemporaneo di oggi. Una trentina di opere e tre installazioni, appartenenti alla collezione privata di Behnam Fanaeyan, saranno immerse tra antiche architetture e scavi archeologici. Da questi emergeranno, in occasione dell'esposizione, fusti di materiale industriale in parte triturato e colorato, come a voler abbozzare l'incipit dell'opera dell'artista.
Il vernissage ospiterà critici d'arte e addetti ai lavori per consentire l'apertura a una conversazione spontanea sulla ricezione delle opere ospitate al Museo Civico ex Convento di Santa Chiara a Noto. La mostra resterà aperta al pubblico fino a venerdì 20 ottobre, dal lunedì alla domenica con i seguenti orari: dalle ore 17.30 alle ore 23.30.
[D.F.]
Info e contatti
Beniamin Art
via Quintino Sella 1, Catania
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