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martedì 30 gennaio 2018

Lozione Brotzu contro la calvizie, migliaia di pazienti ne chiedono la commercializzazione

Che fine ha fatto la cura Brotzu contro l'alopecia che, secondo l'azienda farmaceutica detentrice del brevetto, la Fidia Farmaceutici s.p.a., dovrebbe entrare in commercio al più presto? Se lo chiedono oltre millecinquecento persone che hanno firmato la petizione lanciata su Change.org (1). E che, dal gennaio dello scorso anno, non hanno più notizie della lozione. I click activist, in questo caso, rappresentano la punta di un iceberg, visto che la calvizie affligge in Italia più di 11 milioni di persone (oltre un miliardo e mezzo in tutto il mondo), di cui un terzo sono donne (2). 


La lozione Brotzu potrebbe fornire loro una risposta concreta. La scoperta scientifica risale al 2010. Ed è avvenuta per caso, nell'ambito di una decennale ricerca per la cura della microangiopatia diabetica. A compierla il medico cagliaritano Giovanni Brotzu, classe 1934, professore emerito di Chirurgia vascolare all'Università di Cagliari, nonché figlio d'arte (al padre Giuseppe, scopritore di una nuova classe di antibiotici, le cefalosporine, è intitolato l'ospedale del capoluogo sardo, uno dei più importanti dell'isola). 

La scoperta, firmata dal professor Brotzu, dal figlio Giuseppe e da tre ricercatori dell'Università di Cagliari (Anna Maria Fadda, Francesca Marongiu e Maria Letizia Manca), è apparsa sul periodico specializzato "Il Dermatologo" nel marzo 2015 (3). Dove gli autori illustrano il contesto della ricerca, costruita su solide basi metodologiche e scientifiche; la struttura chimica della lozione, la funzione dei suoi componenti e i benefici ottenuti dai pazienti nei test. Il preparato si basa sull'azione sinergica di tre molecole che, trasportate da liposomi, aderiscono al cuoio capelluto: l'acido Dihomo-gamma-linoleico (DLGA) che migliora il flusso ematico nei capillari al bulbo del follicolo; l'Equolo che blocca l'enzima responsabile del loro restringimento; la L-Carnitina, infine, che aumenta il metabolismo locale. Questa composizione chimica fa sì che sia classificabile non come farmaco, ma come lozione. Pazienti con alopecia areata, universale e androgenetica (AGA, che colpisce le donne in menopausa), sia adulti che bambini, di entrambi i sessi, l'hanno sperimentata con successo. In particolare, in un'altissima percentuale dei casi di AGA, già dopo un mese dall'inizio della cura, la perdita dei capelli si è arrestata e se ne è osservata la ricrescita. In tutti gli altri casi, ne ha bloccato la caduta (4). L'unico limite sta nel fatto che la cura funziona solo se la patologia è presente da meno di cinque anni. 

Il brevetto, depositato da Giovanni Brotzu e dal figlio Giuseppe, CEO dell'azienda americana Liposome Advanced research LLC, è stato acquistato nel 2015 dalla Fidia Farmaceutici s.p.a. (5) . Nella primavera seguente, la casa farmaceutica di Abano Terme (PD) ha avviato i test e le sperimentazioni. Che, stando a un comunicato, sarebbero durate fino al 2018 (6). Da allora più nulla. A preoccupare le persone in attesa della cura sono i ritardi e i silenzi dell'azienda veneta. 

I ritardi sono considerati eccessivi, dato che non si tratta di un farmaco ma di una lozione. Poiché il preparato perde efficacia dopo cinque anni dalla comparsa dell'alopecia, il fattore tempo è determinante. Per chi ne soffre (anche bambini), è un disturbo fisico visibile che può provocare problemi psicologici come disagio, frustrazione, vergogna, insicurezza, perdita di autostima. Comprensibile, perciò, l'attesa creatasi intorno al prodotto. Tuttavia, l'azienda, «pur cosciente dell'entità del problema, tuttora irrisolto, che affligge un numero elevato di persone di varia età, non solo in Italia ma anche all'estero come testimoniato dalle migliaia di mail e telefonate ricevute», da oltre un anno non rilascia più aggiornamenti sullo stato di avanzamento del progetto. Lasciando migliaia di persone senza risposte, a dispetto del diritto alla salute e a una migliore qualità della vita.

Secondo uno studio dell'International Society of Hair Restoration Surgery (ISHRS), nel 2016 in Europa 222 mila persone hanno fatto ricorso a trapianti e cure farmacologiche per ovviare al problema, muovendo un giro d'affari di 3 miliardi e mezzo di euro (7). «Comprendiamo – scrivono i promotori della petizione online - che questo prodotto possa comportare problemi ad altre aziende produttrici di presunti prodotti per la ricrescita dei capelli ma speriamo che questo non sia ulteriore motivo e causa del ritardo nella commercializzazione».

Fonti

1) https://www.change.org/p/efedeli-fidiapharma-it-raccolta-firme-per-la-commercializzazione-della-lozione-per-alopecia-del-prof-brotzu
2) http://www.policliniconews.it/schede-3114-allarme_calvizie_in_italia_piu_di_11_milioni
3) https://www.docdroid.net/DQqlrBx/brotzu-il-dermatologo-anno-xxxvii-n1-2015-marzo.pdf
4) https://patentscope.wipo.int/search/docservicepdf_pct/id00000031286779/PAMPH/WO2015170247.pdf?psAuth=X-LOGVsCpcxN8lcRWDmt0rOTzeF7VgeIU42kbXSTVhw
pp. 17 e seguenti.
5) http://www.uibm.gov.it/uibm/dati/Avanzata.aspx?load=info_list_uno&id=2258175&table=Invention
6) https://www.fidiapharma.com/it/news-eventi/studio-inerente-l-alopecia,3,116
7) http://www.ishrs.org/sites/default/files/report_2017_ishrs_practice_census-08-21-17.pdf


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