Ispica (RG) - Alzi la mano chi non ha mai pensato che «Piazzi e strati rutti / Cu li amministra pensa a li so cosi e si ni futti». E che «Furbu ca metti zizzania e vinci / Appena scapizza tutta la vita cianci». O, ancora, che «Zizania, calunnia e minzogna / Sulu la forza da virità li scugna». Sono queste alcune delle 2391 frasi brevi in dialetto siciliano che l'ex imprenditore e politico Giuseppe Burgio ha raccolto nel volume Aforismi. Lievito di casa nostra (Edizioni Enjoy).
Il libro, uno scrigno sapienziale che condensa l'esperienza, la saggezza, la filosofia e la morale di una vita, sarà presentato sabato 10 marzo alle ore 17,30 nei locali della Società operaia di mutuo soccorso "Garibaldi" (Corso Garibaldi, 11). Ne parleranno con l'autore: Corrado Monaca presidente del Centro Studi ambientali Sud/Est Sicilia, l'onorevole Innocenzo Leontini, l'antropologa e scrittrice Grazia Dormiente e l'imprenditore Antonello Lucifora.
Giuseppe Burgio detto Peppino, 74 anni, brillante imprenditore edile – la sua impresa è stata una delle più importanti dell'area iblea – e qualificato amministratore provinciale – fu consigliere provinciale di Forza Italia nel 1994 - si è dedicato alla scrittura in questi ultimi anni, come ricorda Corrado Monaca nella prefazione al volume.
Monaca ripercorre la storia della propria amicizia con l'imprenditore, nata cinquant'anni fa in quel di Monterosso Almo e cementatasi poi nel corso degli anni Novanta, quando entrambi sedettero sugli scranni del Palazzo della Provincia, sebbene su fronti politici diversi. «Nessuno dei due – scrive il prefatore - puntava a sviluppare una carriera politica, ma si limitava ad affrontare e portare a soluzione problemi immediati, pratici che interessavano la collettività iblea. Consapevoli che la crescita economica non era appannaggio né della destra né della sinistra, ma un bene per tutta la collettività». Se ne ricava un profilo umano e caratteriale dell'autore, che ha fatto della semplicità, dell'onestà e della sincerità la sua professione di vita. Gli Aforismi ne rispecchiano in pieno l'indole, la sua ironia, ma anche l'insofferenza verso i furfanti di successo, gli approfittatori e gli egoisti «che hanno messo al bando il bene comune rinunciando al godimento della loro stessa vita, diventata arida, priva di donazione e di amore», nel convincimento consolatorio che «Cu mori e a vissuto cu amuri / C'è sempri qualcunu ca ci porta un fiuri».
Gli aforismi di Burgio, incisivi e lapidari, dal sapido contenuto morale tipico della letteratura di genere, sono come «brani musicali armoniosi e ben orchestrati» e possiedono quel ritmo e quella musicalità che il dialetto siciliano riesce così bene a esprimere.
Il libro, uno scrigno sapienziale che condensa l'esperienza, la saggezza, la filosofia e la morale di una vita, sarà presentato sabato 10 marzo alle ore 17,30 nei locali della Società operaia di mutuo soccorso "Garibaldi" (Corso Garibaldi, 11). Ne parleranno con l'autore: Corrado Monaca presidente del Centro Studi ambientali Sud/Est Sicilia, l'onorevole Innocenzo Leontini, l'antropologa e scrittrice Grazia Dormiente e l'imprenditore Antonello Lucifora.
Giuseppe Burgio detto Peppino, 74 anni, brillante imprenditore edile – la sua impresa è stata una delle più importanti dell'area iblea – e qualificato amministratore provinciale – fu consigliere provinciale di Forza Italia nel 1994 - si è dedicato alla scrittura in questi ultimi anni, come ricorda Corrado Monaca nella prefazione al volume.
Monaca ripercorre la storia della propria amicizia con l'imprenditore, nata cinquant'anni fa in quel di Monterosso Almo e cementatasi poi nel corso degli anni Novanta, quando entrambi sedettero sugli scranni del Palazzo della Provincia, sebbene su fronti politici diversi. «Nessuno dei due – scrive il prefatore - puntava a sviluppare una carriera politica, ma si limitava ad affrontare e portare a soluzione problemi immediati, pratici che interessavano la collettività iblea. Consapevoli che la crescita economica non era appannaggio né della destra né della sinistra, ma un bene per tutta la collettività». Se ne ricava un profilo umano e caratteriale dell'autore, che ha fatto della semplicità, dell'onestà e della sincerità la sua professione di vita. Gli Aforismi ne rispecchiano in pieno l'indole, la sua ironia, ma anche l'insofferenza verso i furfanti di successo, gli approfittatori e gli egoisti «che hanno messo al bando il bene comune rinunciando al godimento della loro stessa vita, diventata arida, priva di donazione e di amore», nel convincimento consolatorio che «Cu mori e a vissuto cu amuri / C'è sempri qualcunu ca ci porta un fiuri».
Gli aforismi di Burgio, incisivi e lapidari, dal sapido contenuto morale tipico della letteratura di genere, sono come «brani musicali armoniosi e ben orchestrati» e possiedono quel ritmo e quella musicalità che il dialetto siciliano riesce così bene a esprimere.