Ragusa - Finestre e persiane spalancate sull'azzurro del mare, figure di spalle assorte nei loro pensieri che scrutano l'orizzonte, una poltrona vuota che sa di silenzio e solitudine. Si coglie una nuova maniera pittorica nei quadri di Giuseppe Fratantonio, in arte GiEffe, che sabato 26 maggio alle ore 19 nella Sala Borsa della Camera di Commercio di Ragusa inaugura la personale "Del mio tempo". Interverranno, oltre l'autore, Nicola Colombo, Antonella Modica e Salvatore Parlagreco.
La presente mostra si distacca nettamente dalle precedenti dell'artista modicano, incentrate sulla rappresentazione espressionistica e metafisica di paesaggi, marine, colline, campagne, altipiani iblei. "Del mio tempo" comprende sessanta opere, realizzate negli ultimi due anni. E segna una nuova tappa nel percorso di ricerca artistica dell'autore, come sottolineano Pietro Agen, Nicola Colombo, Francesco Lucania, Antonella Modica e Salvatore Parlagreco nei testi pubblicati nel catalogo della mostra.
Realismo e straniamento; interiorità senza tempo; sguardo che da interno si fa esterno e viceversa; nostalgia, incomunicabilità tra i soggetti che abitano stanze disadorne e interni di palazzi, raffigurati sotto «una luce intensa, solare, mediterranea»: sono queste le novità principali della personale di GiEffe che in questi dipinti si fa interprete di una solitudine propria della nostra epoca, evocando suggestioni che spaziano da Edward Hopper a Carlo Carrà e a Mario Sironi.
In particolare, scrive il critico d'arte Salvatore Parlagreco, «in questa personale GiEffe presenta situazioni e combinazioni che sono la traduzione e la contemplazione da porte di vedute, da finestre di luoghi vissuti del suo passato, ma anche del suo presente. Il suo rapporto con il segno pittorico muta e acquista un ampio spazio nella composizione visiva, accentuando toni e sagome sulla superficie cromatica». Per Nicola Colombo, la nuova maniera pittorica di GiEffe non è che un ritorno, inteso come «bisogno di andare oltre, ora che l'esperienza del vissuto consente di farlo grazie alla conquistata costanza della ragione critica».
La mostra resterà aperta fino a venerdì 8 giugno e potrà essere visitata dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 17 alle 20.
La presente mostra si distacca nettamente dalle precedenti dell'artista modicano, incentrate sulla rappresentazione espressionistica e metafisica di paesaggi, marine, colline, campagne, altipiani iblei. "Del mio tempo" comprende sessanta opere, realizzate negli ultimi due anni. E segna una nuova tappa nel percorso di ricerca artistica dell'autore, come sottolineano Pietro Agen, Nicola Colombo, Francesco Lucania, Antonella Modica e Salvatore Parlagreco nei testi pubblicati nel catalogo della mostra.
Realismo e straniamento; interiorità senza tempo; sguardo che da interno si fa esterno e viceversa; nostalgia, incomunicabilità tra i soggetti che abitano stanze disadorne e interni di palazzi, raffigurati sotto «una luce intensa, solare, mediterranea»: sono queste le novità principali della personale di GiEffe che in questi dipinti si fa interprete di una solitudine propria della nostra epoca, evocando suggestioni che spaziano da Edward Hopper a Carlo Carrà e a Mario Sironi.
In particolare, scrive il critico d'arte Salvatore Parlagreco, «in questa personale GiEffe presenta situazioni e combinazioni che sono la traduzione e la contemplazione da porte di vedute, da finestre di luoghi vissuti del suo passato, ma anche del suo presente. Il suo rapporto con il segno pittorico muta e acquista un ampio spazio nella composizione visiva, accentuando toni e sagome sulla superficie cromatica». Per Nicola Colombo, la nuova maniera pittorica di GiEffe non è che un ritorno, inteso come «bisogno di andare oltre, ora che l'esperienza del vissuto consente di farlo grazie alla conquistata costanza della ragione critica».
La mostra resterà aperta fino a venerdì 8 giugno e potrà essere visitata dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 17 alle 20.