Il primo appuntamento è in programma il 28 dicembre, alle 18,30: nella sala "Gesualdo Spampinato" si presenta il libro di Salvatore Cassarino "Nego, nel modo più assoluto, di essere ebreo", edito da "Punto L". A presentare il libro sarà il preside Girolamo Piparo; introduce l'editore, Pippo Gurrieri. Il libro contiene documenti e riflessioni sull'applicazione delle leggi razziali in provincia di Ragusa, negli anni dal 1938 al 1943. In Sicilia, infatti, con lo sbarco degli Alleati nel 1943 e con l'armistizio di Cassibile, si conclude anzitempo il conflitto che, nel Nord Italia, durò fino al 1945.
L'autore, grazie a documenti d'archivio, ha curato un'attenta ricostruzione degli avvenimenti di quegli anni, in coincidenza con la promulgazione delle leggi razziali, voluta dal regime fascista. "La campagna razzista contro cittadini di origine ebraica nella provincia di Ragusa – spiega Cassarino - è una pagina misconosciuta e poco onorevole del recente passato ibleo. È uno dei tasselli di quella storia del Novecento, incrostata dagli escrementi di una stagione maledetta, vergognosa e buia. (…) Il testo, beninteso, non è stato scritto per lettori orientati politicamente, ma, molto più semplicemente, per non perdere la memoria e il significato pregante di una pagina di storia locale che stiamo rischiando di rivivere. In provincia di Ragusa solo sette donne vennero colpite dalle leggi razziali, di cui tre finirono al lavoro coatto. Qui il fenomeno non ebbe i numeri di altre regioni d'Italia. Fu una pagina buia, dominata dal razzismo, oggi tornato di grande attualità. Con le varie leggi che si sono susseguite (la Turco – Napolitano, la Bossi – Fini, le leggi di Minniti prima e di Salvini) tese ad arginare l'immigrazione in atto, nei fatti i governi succedutesi hanno istituzionalizzato una nuova e pericolosa normativa di stampo razzista".
"È un testo che ci voleva – aggiunge Girolamo Piparo – per consegnare alla storia delle pagine importanti. In provincia di Ragusa, le leggi razziali hanno avuto un'eco inferiore, fu un fenomeno abbastanza limitato. Questo si spiega sia con la marginalità geografica, sia perché nella zona vivevano un numero basso di ebrei, che erano stati sterminati nel 1474 a Modica e poi con l'editto dei Re di Spagna del 1492. Le persecuzioni riguardarono popolani e artigiani, ma coinvolse soprattutto docenti universitari, avvocati, medici. Nelle fotocopie dei documenti ufficiali i nomi sono stati cancellati d'ufficio e questo avrebbe rappresentato un vulnus per questa interessante ricerca, se l'autore non li avesse, alla fine del libro riportati integralmente".
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