Il Direttore dei laboratori Betontest è tornato sull'argomento, per illustrare meglio l'idea progettuale. La realizzazione di strutture con muri a secco (identità territoriale iblea) per la difesa delle coste è una proposta strategica, sperimentale e innovativa, anti-erosione e anti-dissesto idrogeologico, che va nella direzione della riqualificazione ambientale e dei criteri generali per la progettazione di opere a difesa dei litorali. La proposta persegue due obiettivi strategici.
In primo luogo, coniuga l'interesse della pubblica amministrazione con quello dei privati, lungo tratti di costa dove il mare continua a "inghiottire" porzioni di strade e balaustre di case private. Secondariamente, produce una ri-significazione dei luoghi, partendo da una conoscenza profonda del territorio che sa leggere e interpretare le sedimentazioni storiche per arrivare a un esempio di architettura pilota in terra iblea.
Il progetto "muri a secco sul water front ibleo" parte da un'attenta analisi degli ambiti eco-storico (storia delle trasformazioni dell'ambiente nei secoli), della sismografia storica (inquadramento geologico, geomorfologico, idrogeologico e geotecnico dell'area), per approdare a un'architettura creativa, in sintonia con i bisogni dell'uomo, rispettosa dello spazio e del tempo e in simbiosi con la natura. Il progetto si confà, inoltre, al principio evidenziato da Darko Pandakovic (Politecnico di Milano - consulente UNESCO), in occasione del primo seminario sulla difesa del litorale ibleo, tenutosi a Ragusa nel giugno: la «restituzione di un'immagine del territorio e interventi leggeri di risanamento, ricordando quanto Poseidone, dio greco del mare, fosse volubile e irascibile». Ed è in linea con le indicazioni innovative fornite da Enrico Foti, docente di ingegneria idraulica e Direttore del DIARCH dell'Università di Catania «sulla presenza o meno nella componente sabbiosa del litorale ibleo delle "nano plastiche" con misurazioni in loco e non in laboratorio alla luce di nuovi strumenti di misurazione».
Il tutto in adempimento all'accordo di collaborazione sottoscritto da Betontest con l'Università di Catania il 23 novevmbre 2017 e con il Libero Consorzio Comunale di Ragusa il 15 febbraio 2018. Quest'ultimo accordo prevede, in particolare, la realizzazione delle opere di salvaguardia della S.P. 67 a costo zero per l'Ente, secondo precise "linee guida" condivise dal dirigente del Libero Consorzio Carlo Sinatra.
In primo luogo, coniuga l'interesse della pubblica amministrazione con quello dei privati, lungo tratti di costa dove il mare continua a "inghiottire" porzioni di strade e balaustre di case private. Secondariamente, produce una ri-significazione dei luoghi, partendo da una conoscenza profonda del territorio che sa leggere e interpretare le sedimentazioni storiche per arrivare a un esempio di architettura pilota in terra iblea.
Il progetto "muri a secco sul water front ibleo" parte da un'attenta analisi degli ambiti eco-storico (storia delle trasformazioni dell'ambiente nei secoli), della sismografia storica (inquadramento geologico, geomorfologico, idrogeologico e geotecnico dell'area), per approdare a un'architettura creativa, in sintonia con i bisogni dell'uomo, rispettosa dello spazio e del tempo e in simbiosi con la natura. Il progetto si confà, inoltre, al principio evidenziato da Darko Pandakovic (Politecnico di Milano - consulente UNESCO), in occasione del primo seminario sulla difesa del litorale ibleo, tenutosi a Ragusa nel giugno: la «restituzione di un'immagine del territorio e interventi leggeri di risanamento, ricordando quanto Poseidone, dio greco del mare, fosse volubile e irascibile». Ed è in linea con le indicazioni innovative fornite da Enrico Foti, docente di ingegneria idraulica e Direttore del DIARCH dell'Università di Catania «sulla presenza o meno nella componente sabbiosa del litorale ibleo delle "nano plastiche" con misurazioni in loco e non in laboratorio alla luce di nuovi strumenti di misurazione».
Il tutto in adempimento all'accordo di collaborazione sottoscritto da Betontest con l'Università di Catania il 23 novevmbre 2017 e con il Libero Consorzio Comunale di Ragusa il 15 febbraio 2018. Quest'ultimo accordo prevede, in particolare, la realizzazione delle opere di salvaguardia della S.P. 67 a costo zero per l'Ente, secondo precise "linee guida" condivise dal dirigente del Libero Consorzio Carlo Sinatra.
Si continua a non valorizzare gli elementi fondamentali del nostro paesaggio. Sarebbe meglio lavorare con quello che c'è e non con quello che non c'è mai stato per non confondere l'improbabile rimedio con un ulteriore danno...
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