Nel suo intervento Francesca Donato – avvocatessa di origini anconetane ma che da vent'anni vive a Palermo, fondatrice dell'associazione Progetto Eurexit, volto noto di talk politici televisivi – ha posto l'accento sulla necessità di investire in infrastrutture in Sicilia al fine di colmare il divario tra il Nord e il Sud, di potenziare il turismo, sbloccare i vincoli alla pesca, vietare l'ingresso di prodotti a basso costo dal Nord Africa per far crescere la nostra agricoltura, evitando che i giovani siano costretti a emigrare in cerca di lavoro anche per la concorrenza sleale di lavoratori extracomunitari entrati illegalmente in Italia e disposti a lavorare per un salario basso e senza tutele. La Donato ha messo in evidenza le «aberrazioni» di un'Unione Europea che fa gli interessi di lobby e multinazionali, trascura i temi sociali del lavoro e del welfare e permette ai mercati di tenere sotto ricatto i paesi membri con il meccanismo dello "spread". La candidata leghista ha puntato il dito contro la Banca Centrale Europea, responsabile della stretta creditizia che si è tradotto in una minore disponibilità delle banche a prestare soldi a famiglie e aziende, e ha criticato l'introduzione del bail-in, un sistema di risoluzione delle crisi bancarie che coinvolge direttamente azionisti, obbligazionisti e correntisti.
Per invertire questa rotta e dare una nuova centralità al lavoro e alle famiglie, la Donato ha individuato quattro priorità, che rappresentano altrettanti punti qualificanti nella sua agenda politica se sarà eletta al Parlamento europeo.
«Primo – ha detto - è necessaria una riforma in senso democratico delle istituzioni europee. Occorre dare il potere di iniziativa legislativa al Parlamento europeo. Finché, infatti, le leggi non le scriverà il Parlamento ma la Commissione europea, che è composta da soggetti nominati dai governi e che fanno gli interessi di chi li hanno scelti, allora il grado di democrazia sarà pari a zero».
«Secondo, - ha continuato - è necessario cambiare lo statuto della BCE e farla diventare una vera banca centrale che faccia da prestatore di ultima istanza e garantisca i debiti sovrani dei paesi membri, azzerando il problema dello spread. Terzo, eliminare il bail-in e creare il fondo interbancario europeo di garanzia dei depositi. Quarto, fare una bella legge sull'attività di lobbing per una maggiore trasparenza. In Canada, per esempio, vige il divieto per i deputati di essere assunti dalle lobby per dieci anni dalla fine del loro mandato e, viceversa, vieta che chi lavora per le lobby possa diventare deputato per altrettanti anni».
«Io non sono Wonder Woman – concluso la candidata – e non posso certo rivoluzionare l'Europa da sola. Ma la Lega ha scelto per ogni circoscrizione profili di grande competenza e di comprovata passione patriottica. Se arriveremo con questa squadra al Parlamento europeo, insieme ai sovranisti degli altri Paesi membri, faremo pressione politica per costringere tutti i governi europei a sedersi intorno a un tavolo e riscrivere quei trattati che finora hanno messo da parte la dignità dell'uomo, la tutela degli interessi degli individui, per dare spazio solo agli interessi della finanza, banche, delle lobby, delle multinazionali e dei poteri forti».
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