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lunedì 30 settembre 2019

Il buon governo fiorentino di Giorgio la Pira per un modello di pianificazione strategica nella P.A., presentato il libro di Monaca a Poggibonsi

Da sx Ricceri, Primicerio, Monaca, Marrocchesi
Poggibonsi (SI) - Sabato 28 settembre nel Salone delle feste della Misericordia, dinanzi a un'ampia cornice di pubblico, si è svolta la presentazione in prima nazionale del libro "Giorgio La Pira sindaco innovativo, la reinvenzione del modo di governare oltre la planologia" di Corrado Monaca, pubblicato da Città Nuova editrice di Roma. L'iniziativa, che segna la ripresa delle attività del Centro Studi "Giorgio La Pira" Istituto culturale valdelsano, è stata organizzata in collaborazione con la Confraternita della Misericordia.
Erano presenti, oltre l'autore, i relatori: Marco Ricceri segretario generale dell'Eurispes; Mario Primicerio presidente della Fondazione "Giorgio La Pira" di Firenze e già sindaco di quella città; Vallils Berti e Gianfranco Lorini, rispettivamente governatore in carica e governatore emerito della Misericordia; Paolo Marrocchesi, fondatore e presidente del Centro studi valdelsano "Giorgio La Pira". Presenti, tra il pubblico, il nipote omonimo di Giorgio La Pira e numerosi amministratori e imprenditori di Prato, accademici di Pisa e dei Comuni limitrofi.

L'autore, conterraneo di La Pira, docente, tecnico e imprenditore, con un passato da amministratore pubblico e presidente nazionale di un noto movimento ambientalista, presenta nel suo libro il "sindaco santo" di Firenze da una nuova prospettiva, interpretando la sua azione amministrativa alla luce dei moderni approcci alla scienza planologica. Dopo i saluti di rito alle autorità, Marrocchesi, nell'intervento di apertura, ha tracciato un ritratto di Giorgio La Pira, "democristiano senza tessera", professore universitario, padre costituente, deputato, teologo, pellegrino di pace e sindaco di Firenze, "santo già in vita".

Marco Ricceri, seguendo le suggestioni offerte dal testo di Monaca, ha sottolineato la concretezza lapiriana come tratto distintivo e qualificante del suo agire politico. "Negli anni '60 - ha spiegato -oltre a organizzare i Colloqui Mediterranei sui grandi temi del Mondo, La Pira affrontava e risolveva i problemi concreti e quotidiani dei cittadini di Firenze: scuole, asili nido, case popolari, reti fognarie e strade". A rendere possibile tutto ciò fu "un modello di intervento pubblico-privato attivo e partecipativo", ispirato alla britannica Compagnia delle Indie Orientali: la cosiddetta "Compagnia delle Indie fiorentina". Lo sforzo collettivo di cooperazione tra soggetti diversi (società civile, associazioni, imprenditori) in vista di obiettivi precisi, ispirati ai principi del bene comune e fissati attraverso l'ascolto dei bisogni della cittadinanza, ebbe una ricaduta positiva su tutta la comunità, sia in termini sociali che economici. In termini moderni, un "impact investing".

Mario Primicerio ha approfondito il forte ancoraggio di La Pira ai principi cattolici, che animava la sua politica. La sua forza, ha ricordato il relatore, stava nel considerare la politica un servizio verso gli altri, in particolare gli ultimi e i più poveri. Un principio o meglio una "visione", questa, che si ritrova nella concretezza delle sue azioni, nel dialogo, nella mediazione negoziata con avversari e interlocutori. "Un sindaco che per paura dei ricchi e dei potenti - scriveva La Pira a Fanfani, in un brano citato ad esempio - abbandona i poveri, sfrattati, licenziati, sfruttati e così via, è come un pastore che per paura del lupo abbandona il suo gregge". Per La Pira governare era un atto d'amore. "Bisogna che la politica abbia un'anima, altrimenti anche la planologia, la Compagnia delle Indie e tutto il resto, si riducono a un burocratico efficientismo", ha concluso Primicerio, il quale ha apprezzato il libro di Monaca perché intende "proporre ai giovani la figura di La Pira per un nuovo modo di governare".

Non è mancata, nei vari interventi, la rievocazione di ricordi personali di Giorgio La Pira. In particolare, Ricceri ha ricordato quando - giovane studente universitario - disertava le altre lezioni per seguire quelle affollatissime e affascinanti di Giorgio La Pira sul Diritto Romano. Primicerio ha ricordato, invece, momenti e retroscena del suo viaggio con La Pira nel Vietnam di Ho Chi Minh (1965), per una missione di pace informale, poi fallita, ma che avrebbe potuto cambiare il corso della storia ed evitare morti e distruzioni ai paesi belligeranti.

Corrado Monaca, nell'intervento conclusivo, ha sottolineato come a più di quarant'anni dalla scomparsa, il pensiero e l'opera di La Pira siano ancora vitali, vivi e attuali, capaci di sviluppare nuovi punti di vista, riflessioni stimolanti e nuovi modelli di intervento sui temi e sui problemi d'oggi, puntando al bene comune, spesso sopraffatto dall'egoismo e dall'individualismo. Secondo l'autore, insomma, l'applicazione di una pianificazione strategica nella P.A. consentirebbe di migliorare la governance futura delle città. Monaca, infine, ha annunciato che la casa dove La Pira trascorse la sua infanzia, a Pozzallo in Sicilia, ha ottenuto il vincolo di tutela dal Governo della Regione siciliana di Nello Musumeci.

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