da sx Puma e mons. Buzzi |
Ne hanno discusso con l’autore, davanti a un pubblico attento e numeroso, mons. Franco Buzzi, già prefetto della Biblioteca Ambrosiana, e Mario Ridolfo coordinatore della Federazione delle Associazioni dei Siciliani (F.A.Si.) in Lombardia. Nicola Lombardo (F.A.Si) ha moderato gli interventi. Laura Moruzzi, attrice e regista, ha letto alcune poesie tratte dal libro. Gli interventi sono stati intervallato da canti religiosi e preghiere in musica arrangiati dal trio “Gruppo Folkloristico Sicilia Nostra”.
Pippo Puma è nato a Modica ma da oltre quarant’anni vive a Milano. Figlio d’arte (il padre Salvatore è stato un noto poeta dialettale), ha pubblicato diversi libri di poesie, alcune anche in vernacolo. Animatore di incontri culturali e mecenate, ha fondato il salotto letterario estivo Casa Giara nel suo buen retiro di Marina di Modica. Per la sua intensa attività poetica e culturale ha ottenuto riconoscimenti, quali l’Ambrogino (1999) e la Medaglia d’oro alla Modicanità (2000). Nel 2005 è stato insignito del diploma di Benemerito della Cultura e dell’Arte dal presidente della Repubblica Ciampi.
Amato per Amare si articola in cinque parti: Padre Misericordioso, Ab Cruce ad Lucem, Ante Crucem, Spes Maria, Scatti di affinità nella Fede. Comprende circa cento poesie religiose in metro libero, composte tra il 2017 e la prima metà del 2019. L’autore vi ripercorre la propria vita nella prospettiva dell’Assoluto, per cui tutto – compresi la sofferenza e il dolore – assume una luce diversa. Nella prima sezione, Dio è fonte di ispirazione per il poeta ma è anche «perdono, misericordia, amore silente e senso» (p. 39). Colpiscono il lettore alcune poesie brevi in cui si condensa profondità di pensiero e semplicità di espressione: «La fede è un mistero | come un eterno lago. | Non serve agitare le acque. | Sufficiente è viverla | quanto basta per credere» (p. 12). La seconda sezione raccoglie componimenti di attesa, scritti quasi sul limitare di una soglia che divide l’autore da una nuova alba di luce. La terza canta l’amore per Gesù Cristo, con una intensità che ricorda i poeti mistici della migliore tradizione letteraria italiana. Nella quarta parte trovano posto alcune invocazioni alla Beata Vergine Maria e versi scritti durante i pellegrinaggi nei luoghi delle apparizioni mariane (Lourdes, Medjugorje). L’ultima sezione, suddivisa in due parti, è costituita da versi brevissimi nei quali l’autore riassume la propria parabola di vita e di fede con una metafora nella quale è racchiuso il destino stesso dell’uomo: «Sono stato chicco di frumento | scivolato nei sassi della vita, | rinato da rivoli d’amore» (p. 114).
Non a caso nel suo intervento Mons. Buzzi, prefatore del volume, ha sottolineato che le sue immagini «hanno una grande presa nel cuore di chi è ben disposto a mettersi in pista in questa vicenda che ci riguarda tutti e prima di tutti lui». «La condizione dell’uomo descritta da Pippo – ha detto Buzzi - è quella di uno smarrimento, di una situazione di tenebra, di una incapacità di agire, quasi diremmo di un carcere dentro un carcere nel quale l’uomo perde la sua capacità di orientamento, se non fosse pescato da questa grazia che è Gesù Cristo stesso».
Puma, ha aggiunto Mario Ridolfo, è il poeta della «nostalgia», intesa come desiderio di una fede più autentica che pervada l’umanità, dopo lo smarrimento e la distruzione del nostro tempo. Mali, questi, che solo il balsamo dell’Amore «per la tenacia con cui si manifesta la fiducia negli uomini, per l’attenzione alle piccole ineffabili cose che sono la consolazione della vita» potrà lenire.
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