Ad oggi poco o nulla è stato fatto in Sicilia per rafforzare il territorio sanitario, che rappresenta il principale scenario dove combattere la battaglia contro il Coronavirus sia nella prevenzione che nel trattamento dei pazienti a domicilio.
«I medici di famiglia aspettano ancora i dispositivi di protezione individuale – afferma il Dr. Roberto Licitra, segretario generale Fimmg Ragusa – e in Sicilia sembrano non suscitare alcuna preoccupazione le già decine di perdite che hanno colpito la categoria nelle regioni del Nord. Grazie all’intervento di realtà non sanitarie e a nostre spese stiamo ricevendo i Dpi, nonostante assistiamo ogni giorno i pazienti e vediamo come altri settori sanitari godono di altre attenzioni».
«Ci sono ancora presidi di continuità assistenziale (ex guardia medica) – afferma il Dr. Giovanni Adamo, segretario settore CA Fimmg Ragusa – che sono sprovvisti di Dpi per i medici. Nonostante l’accesso previo triage telefonico, come si fa a chiedere ai medici di lavorare in trincea senza alcuna protezione adeguata o chiedere di far parte di unità speciali senza chiarire con quale organizzazione o con quali certezze di sicurezza?».
Una visione “ospedalocentrica” quella che si sta attuando per combattere l’emergenza. E che non tiene conto dei contenuti, in termini organizzativi e di risorse umane, che il territorio sanitario può offrire. Pertanto sarebbe utile convocare un tavolo di coordinamento del territorio sanitario.
«Nessuna polemica sterile – affermano Licitra e Adamo – ma adesso il territorio deve essere rispettato. Se adeguatamente equipaggiato può fronteggiare questa emergenza ed aiutare gli ospedali, dando loro la possibilità di gestire solo gli eventuali casi gravi».
Info e contatti
Dr. Giovanni Adamo
segretario settore CA Fimmg Ragusa
dr.gadamo@gmail.com
cell. 328 771 6957
«Ci sono ancora presidi di continuità assistenziale (ex guardia medica) – afferma il Dr. Giovanni Adamo, segretario settore CA Fimmg Ragusa – che sono sprovvisti di Dpi per i medici. Nonostante l’accesso previo triage telefonico, come si fa a chiedere ai medici di lavorare in trincea senza alcuna protezione adeguata o chiedere di far parte di unità speciali senza chiarire con quale organizzazione o con quali certezze di sicurezza?».
Una visione “ospedalocentrica” quella che si sta attuando per combattere l’emergenza. E che non tiene conto dei contenuti, in termini organizzativi e di risorse umane, che il territorio sanitario può offrire. Pertanto sarebbe utile convocare un tavolo di coordinamento del territorio sanitario.
«Nessuna polemica sterile – affermano Licitra e Adamo – ma adesso il territorio deve essere rispettato. Se adeguatamente equipaggiato può fronteggiare questa emergenza ed aiutare gli ospedali, dando loro la possibilità di gestire solo gli eventuali casi gravi».
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Dr. Giovanni Adamo
segretario settore CA Fimmg Ragusa
dr.gadamo@gmail.com
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Questo comunicato è inviato a titolo gratuito dall'agenzia INpress, come supporto alle iniziative di associazioni, enti nonprofit, istituzioni sanitarie, aziende e professionisti impegnati a fornire servizi o a promuovere iniziative per sostenere la popolazione o a contrastare il contagio del virus.
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