da sx Monaca, Leontini, Moltisanti, Corallo |
Ispica (RG) - I locali della Società operaia "Garibaldi" (corso Garibaldi, 3) di Ispica hanno fatto da cornice, lunedì 27 dicembre, alla presentazione del libro "La Pira in Toscana, in Sicilia, nel Mediterraneo" di Corrado Monaca. Il libro, pubblicato da Nemapress edizioni di Alghero nel 2020, con l'introduzione del giornalista e storico Giovanni Criscione e la postfazione del sociologo Giovanni Restivo, approfondisce l'esperienza amministrativa di Giorgio La Pira a Firenze. Dopo i saluti di Natale Corallo, presidente del sodalizio mutualistico, sono intervenuti la senatrice Marisa Moltisanti, il sindaco Innocenzo Leontini e l'autore. In collegamento via web da Livorno, il sociologo Giovanni Restivo, direttore del laboratorio multidisciplinare "Qualità sociale e sviluppo umano".
A impreziosire l'evento, la testimonianza inedita di Gianni Conti, in collegamento telefonico dalla sua casa di Firenze. Conti, nuorese, classe 1932, direttore della rivista "Il Governo delle Idee", è stato uno dei più stretti collaboratori di La Pira (1961-1965), vicesindaco di Firenze (1990-1992), assessore, sei volte consigliere comunale a Palazzo Vecchio e consigliere nazionale della Democrazia Cristiana. Grazie alla sua lucida testimonianza, Corrado Monaca ha potuto riportare alla luce la vicenda pressoché sconosciuta della Compagnia delle Indie fiorentina, la struttura organizzativa informale voluta dal Sindaco santo sul modello delle omonime società commerciali del XVII secolo e in grado di affrontare e risolvere i più impellenti problemi sociali (disoccupazione, sistemazione di strade, case, scuole, ospedali) con rapidità e competenza, grazie alla pianificazione strategica (planologia) e alla sinergia tra pubblico e privato. Il modus operandi di La Pira, il concetto di bene comune, la fede e l'umanità che ne ispiravano l'azione politica e amministrativa, l'attenzione agli ultimi, la sua profetica visione religiosa, la prodigiosa capacità di coniugare relazioni internazionali e interventi a scala locale, la speranza riposta nei giovani, sono stati rievocati dalla commossa testimonianza di Conti che, in qualità di presidente della Compagnia delle Indie fiorentina ha chiarito ulteriori aspetti di quell'esperienza.
Un'esperienza innovativa e anticipatrice, quella della del sindaco santo di Firenze: nel suo intervento, il primo cittadino di Ispica Innocenzo Leontini ne ha messo in risalto proprio i contenuti estremamente attuali del metodo lapiriano e la similarità dei problemi che gli amministratori oggi, fatte le debite differenze storiche tra il dopoguerra e l'epoca attuale, si trovano ad affrontare.
Giovanni Restivo ha sottolineato l'importanza della Compagnia delle Indie fiorentine dal punto di vista sociologico, dal momento che esse ebbero lo scopo di mobilitare le energie economiche ma anche quelle spirituali, presenti all'interno della compagine.
La senatrice Marisa Moltisanti ha rievocato nella prima parte del suo intervento il personale ricordo di Giorgio La Pira, amico e collega del padre, il senatore missino Dionisio Moltisanti. Nella seconda parte dell'intervento ha analizzato il testo di Corrado Monaca, la cui importanza risiede nell'aver analizzato gli aspetti innovativi dell'azione amministrativa di Giorgio La Pira sindaco.
Corrado Monaca si è soffermato sulle motivazioni che lo hanno spinto a dare alle stampe il volume. Tra queste, la volontà di fornire agli amministratori pubblici un metodo e un valido strumento di conoscenza per affrontare e risolvere molti dei problemi odierni (disoccupazione, bilanci in rosso, piani regolatori, ecc.), tenendo conto delle peculiari soluzioni adottate dal "buon governo" di lapiriana memoria. L'autore ha poi ricordato la sinergia tra il Sindaco santo di Firenze e il senatore Dionisio Moltisanti, eletto nel collegio di Noto, che agli inizi degli anni Sessanta consentì di realizzare nel nostro territorio importanti opere. Infine, Monaca si è soffermato sulla controversa vicenda giudiziaria di Salvatore Stornello (1984), sindaco di Ispica e deputato regionale del Partito Socialista, vicepresidente dell'Assemblea regionale siciliana, poi rivelatosi completamente estraneo alle accuse. Stornello fu la vittima sacrificale nel quadro di una guerra sotterranea tra la Francia e l'Italia per contendersi le risorse del sottosuolo algerino, avviata all'epoca di Mattei e dei lariani colloqui mediterranei. A fare le spese di quella guerra fu anche l'autostrada Siracusa – Gela che avrebbe dovuto collegare i due poli petroliferi siciliani e che subì enormi ritardi.
A impreziosire l'evento, la testimonianza inedita di Gianni Conti, in collegamento telefonico dalla sua casa di Firenze. Conti, nuorese, classe 1932, direttore della rivista "Il Governo delle Idee", è stato uno dei più stretti collaboratori di La Pira (1961-1965), vicesindaco di Firenze (1990-1992), assessore, sei volte consigliere comunale a Palazzo Vecchio e consigliere nazionale della Democrazia Cristiana. Grazie alla sua lucida testimonianza, Corrado Monaca ha potuto riportare alla luce la vicenda pressoché sconosciuta della Compagnia delle Indie fiorentina, la struttura organizzativa informale voluta dal Sindaco santo sul modello delle omonime società commerciali del XVII secolo e in grado di affrontare e risolvere i più impellenti problemi sociali (disoccupazione, sistemazione di strade, case, scuole, ospedali) con rapidità e competenza, grazie alla pianificazione strategica (planologia) e alla sinergia tra pubblico e privato. Il modus operandi di La Pira, il concetto di bene comune, la fede e l'umanità che ne ispiravano l'azione politica e amministrativa, l'attenzione agli ultimi, la sua profetica visione religiosa, la prodigiosa capacità di coniugare relazioni internazionali e interventi a scala locale, la speranza riposta nei giovani, sono stati rievocati dalla commossa testimonianza di Conti che, in qualità di presidente della Compagnia delle Indie fiorentina ha chiarito ulteriori aspetti di quell'esperienza.
Un'esperienza innovativa e anticipatrice, quella della del sindaco santo di Firenze: nel suo intervento, il primo cittadino di Ispica Innocenzo Leontini ne ha messo in risalto proprio i contenuti estremamente attuali del metodo lapiriano e la similarità dei problemi che gli amministratori oggi, fatte le debite differenze storiche tra il dopoguerra e l'epoca attuale, si trovano ad affrontare.
Giovanni Restivo ha sottolineato l'importanza della Compagnia delle Indie fiorentine dal punto di vista sociologico, dal momento che esse ebbero lo scopo di mobilitare le energie economiche ma anche quelle spirituali, presenti all'interno della compagine.
La senatrice Marisa Moltisanti ha rievocato nella prima parte del suo intervento il personale ricordo di Giorgio La Pira, amico e collega del padre, il senatore missino Dionisio Moltisanti. Nella seconda parte dell'intervento ha analizzato il testo di Corrado Monaca, la cui importanza risiede nell'aver analizzato gli aspetti innovativi dell'azione amministrativa di Giorgio La Pira sindaco.
Corrado Monaca si è soffermato sulle motivazioni che lo hanno spinto a dare alle stampe il volume. Tra queste, la volontà di fornire agli amministratori pubblici un metodo e un valido strumento di conoscenza per affrontare e risolvere molti dei problemi odierni (disoccupazione, bilanci in rosso, piani regolatori, ecc.), tenendo conto delle peculiari soluzioni adottate dal "buon governo" di lapiriana memoria. L'autore ha poi ricordato la sinergia tra il Sindaco santo di Firenze e il senatore Dionisio Moltisanti, eletto nel collegio di Noto, che agli inizi degli anni Sessanta consentì di realizzare nel nostro territorio importanti opere. Infine, Monaca si è soffermato sulla controversa vicenda giudiziaria di Salvatore Stornello (1984), sindaco di Ispica e deputato regionale del Partito Socialista, vicepresidente dell'Assemblea regionale siciliana, poi rivelatosi completamente estraneo alle accuse. Stornello fu la vittima sacrificale nel quadro di una guerra sotterranea tra la Francia e l'Italia per contendersi le risorse del sottosuolo algerino, avviata all'epoca di Mattei e dei lariani colloqui mediterranei. A fare le spese di quella guerra fu anche l'autostrada Siracusa – Gela che avrebbe dovuto collegare i due poli petroliferi siciliani e che subì enormi ritardi.
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