Arriva oggi nelle librerie Tutto ciò che siamo stati (Gabriele Capelli edizioni, Mendrisio, CH), il nuovo romanzo di Olimpia De Girolamo. L'autrice, napoletana, laureata in Filosofia, ha lavorato nel mondo del cinema-documentario e del teatro come autrice e attrice. È co-direttrice artistica del teatro "Agorà", a Magliaso, nel Canton Ticino. Con il monologo La Mar ha vinto il premio Fersen a Milano. Nel 2021 ha vinto il premio Opennet nell'ambito delle giornate Letterarie di Soletta. Oggi vive in Svizzera.
Tutto ciò che siamo stati è un percorso di consapevolezza e di liberazione. Quando arriva a Napoli, Anna è fortemente critica verso la sua famiglia e tutto ciò che rappresenta il suo passato (la madre «che aveva sparso semi sulla terra a casaccio, le erano caduti dalle mani e dalle tasche», il padre«sgranellato, fatto di rena e di fanghiglia», imbelle e senza personalità, il fratello eterno «un uomo di 47 anni che si muove nella vita come un ragazzino di quindici»). La madre le mette tra le mani un biglietto lasciato dal padre, sparito senza lasciare traccia: un messaggio in codice che lei non sa decifrare, ma che la costringe a ritornare indietro nel tempo e, tassello dopo tassello, a riannodare i fili della memoria e della consapevolezza di tutto ciò che è stato il suo passato. Anna viaggia tra i vicoli di Napoli e nei suoi meandri sotterranei, la «Napoli di sotto», alla scoperta di ciò che era nascosto dentro di lei e che viene prepotentemente fuori. La città la assorbe, la rapisce «come una goccia d'acqua in un mare enorme, senza pietà, senza alcun riguardo per la mia storia, per il mio essere diventata un'altra». Il viaggio è doloroso, la porta a dare un nuovo senso e una nuova spiegazione a tutto ciò che è stato. Per due giorni si aggira «come un'anima dannata in mezzo a loro, una rinnegata, una traditrice».
Quando il viaggio sarà concluso, Anna sarà in grado di guardare se stessa in modo diverso e nuovo: quella storia, a tratti insopportabile, che riemerge mentre riannoda, tassello dopo tassello, i fili della memoria, le fa comprendere il senso degli avvenimenti del passato che si era lasciata alle spalle e forse volutamente dimenticato. Diventa padrona di se stessa, una donna più forte e più matura, che sa anche perdonare e perdonarsi. Fino a quel momento le erano «mancati il coraggio e l'umiltà di vedere le cose», ma quella che sale sul treno per lasciare ancora una volta Napoli è una persona diversa, capace di «piangere i bambini che siamo stati e che nessuno ha saputo guardare, i nostri tormenti generati dai segreti di adulti debosciati». Ha affrontato il dolore ed è riuscita a chiamarlo per nome e a dargli un senso. Ciò che in alcuni momenti sembrava annientarla, si è tramutato invece in consapevolezza e forza.
Il libro è caratterizzato da una profonda analisi psicologica, un percorso di consapevolezza e di maturazione, incastonato all'interno di una narrazione fluida, con personaggi ben caratterizzati, di storia avvincente e dolorosa, che in alcuni momenti assume i tratti del giallo e del noir, senza lasciare però che essi prendano il sopravvento. Sullo sfondo della narrazione, c'è la Napoli dei quartieri popolari, del rione Sanità, con i suoi abitanti e il suo degrado, anche morale, i vicoli, le chiese, i riti, ma anche la «Napoli sotterranea», con le sue caverne e i suoi cunicoli, una sorta di città parallela, che l'autrice conosce bene e che descrive minuziosamente. La discesa nella città nascosta diventa per Anna uno dei tasselli del suo percorso, quasi simbolo di una coscienza occultata che riemerge e restituisce una nuova donna, più forte e consapevole.
Info e contatti
Olimpia De Girolamo
mail: degioli@hotmail.com
Tutto ciò che siamo stati è un percorso di consapevolezza e di liberazione. Quando arriva a Napoli, Anna è fortemente critica verso la sua famiglia e tutto ciò che rappresenta il suo passato (la madre «che aveva sparso semi sulla terra a casaccio, le erano caduti dalle mani e dalle tasche», il padre«sgranellato, fatto di rena e di fanghiglia», imbelle e senza personalità, il fratello eterno «un uomo di 47 anni che si muove nella vita come un ragazzino di quindici»). La madre le mette tra le mani un biglietto lasciato dal padre, sparito senza lasciare traccia: un messaggio in codice che lei non sa decifrare, ma che la costringe a ritornare indietro nel tempo e, tassello dopo tassello, a riannodare i fili della memoria e della consapevolezza di tutto ciò che è stato il suo passato. Anna viaggia tra i vicoli di Napoli e nei suoi meandri sotterranei, la «Napoli di sotto», alla scoperta di ciò che era nascosto dentro di lei e che viene prepotentemente fuori. La città la assorbe, la rapisce «come una goccia d'acqua in un mare enorme, senza pietà, senza alcun riguardo per la mia storia, per il mio essere diventata un'altra». Il viaggio è doloroso, la porta a dare un nuovo senso e una nuova spiegazione a tutto ciò che è stato. Per due giorni si aggira «come un'anima dannata in mezzo a loro, una rinnegata, una traditrice».
Quando il viaggio sarà concluso, Anna sarà in grado di guardare se stessa in modo diverso e nuovo: quella storia, a tratti insopportabile, che riemerge mentre riannoda, tassello dopo tassello, i fili della memoria, le fa comprendere il senso degli avvenimenti del passato che si era lasciata alle spalle e forse volutamente dimenticato. Diventa padrona di se stessa, una donna più forte e più matura, che sa anche perdonare e perdonarsi. Fino a quel momento le erano «mancati il coraggio e l'umiltà di vedere le cose», ma quella che sale sul treno per lasciare ancora una volta Napoli è una persona diversa, capace di «piangere i bambini che siamo stati e che nessuno ha saputo guardare, i nostri tormenti generati dai segreti di adulti debosciati». Ha affrontato il dolore ed è riuscita a chiamarlo per nome e a dargli un senso. Ciò che in alcuni momenti sembrava annientarla, si è tramutato invece in consapevolezza e forza.
Il libro è caratterizzato da una profonda analisi psicologica, un percorso di consapevolezza e di maturazione, incastonato all'interno di una narrazione fluida, con personaggi ben caratterizzati, di storia avvincente e dolorosa, che in alcuni momenti assume i tratti del giallo e del noir, senza lasciare però che essi prendano il sopravvento. Sullo sfondo della narrazione, c'è la Napoli dei quartieri popolari, del rione Sanità, con i suoi abitanti e il suo degrado, anche morale, i vicoli, le chiese, i riti, ma anche la «Napoli sotterranea», con le sue caverne e i suoi cunicoli, una sorta di città parallela, che l'autrice conosce bene e che descrive minuziosamente. La discesa nella città nascosta diventa per Anna uno dei tasselli del suo percorso, quasi simbolo di una coscienza occultata che riemerge e restituisce una nuova donna, più forte e consapevole.
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Olimpia De Girolamo
mail: degioli@hotmail.com
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