Pescara - Sabato 22 ottobre alle ore 18,30 nei locali di Mondadori Bookstore, in via Milano 74/76, la scrittrice Maria Rita Concilio presenterà ai lettori il romanzo "Mi hai trovata tu" (Youcanprint).
L'autrice, dopo le presentazioni di Gubbio (PG), Eboli (SA) e Spoltore, fa tappa anche nella "sua" Pescara con un libro sorprendente che racconta un viaggio alla ricerca della felicità, tra mari, memorie e città, per approdare alla consapevolezza che «felicità è desiderare di essere nel luogo esatto in cui si è».
Maria Rita Concilio (Salerno, 1973), manager in una multinazionale italiana, vive e lavora a Pescara. Nel 2007 ha esordito sulla scena letteraria con la silloge poetica "Ancora un alito di vento" (Ed. Tracce). "Mi hai trovata tu", per la qualità della scrittura e per la rilevanza delle tematiche affrontate si annuncia come una delle novità più interessanti nel panorama della narrativa femminile contemporanea.
«Il romanzo – ha spiegato l'autrice in una recente intervista - parla di emozioni e di sentimenti, innanzitutto. Poi, racconta la difficoltà che abbiamo tutti noi ad interrompere una relazione anche quando sappiamo bene che è sbagliata. Parla del distacco mentale e fisico che porta le coppie a scollarsi e gli amori a finire, in modo più o meno traumatico. Queste due storie, difficili e tormentate, sono funzionali al concetto che volevo esprimere: non serve affannarsi a "cercare" l'amore, non ci si dovrebbe sforzare per far funzionare una relazione. È l'amore che ci trova e lo fa nel momento esatto in cui siamo pronti ad accoglierlo nella nostra vita, quando siamo già "un intero" che, da solo, ha un significato e non "una metà" in cerca di ciò che le manca. Quando il momento è giusto, quando la persona è quella giusta, allora quell'Amore è per sempre…»
La protagonista del romanzo, Anna, è una giovane sognatrice, avida di letture, amante del mare. La vicenda è ambientata nell'ultimo decennio del secolo scorso, tra Roma, una imprecisata città della costa adriatica e Milano. Schiacciata dal peso delle aspettative che altri le hanno cucito addosso, Anna è alla ricerca di un amore perfetto per dare un senso alla propria vita. Crede di trovarlo in Alessandro, ma ben presto la loro relazione naufraga tra incomprensioni e incompatibilità. È allora che iniziano i disturbi del comportamento alimentare. Prima la bulimia, poi l'anoressia. In principio l'insano rapporto col cibo si manifesta come una richiesta di attenzione. In seguito diventa una dipendenza, subdola e latente. «Convivevo col suo spettro – si legge - Mi ricordava che si sarebbe potuta manifestare, indesiderata, in qualsiasi momento, ogni volta che la vita non avrebbe funzionato come volevo».
A Milano, dove Anna si è trasferita per uno stage in una multinazionale americana, conosce Carlo, rampollo anticonformista di una ricca famiglia di imprenditori, con il quale intreccia una relazione amorosa. Gli eventi che precedono e seguono la fine della loro storia costringono la protagonista a interrogarsi sul senso della vita e della morte, sul prezzo da pagare per una vita felice. Ricomincia allora la sua discesa negli abissi, accompagnata dai disturbi alimentari, dalla depressione, da sentimenti distruttivi e autolesionistici, da pensieri suicidi. A tirarla fuori da questo vortice è Cecilia, una collega, che la convince ad andare da uno psicanalista. Attraverso lo scavo analitico su di sé e sulla sua anima, sulle sue emozioni e aspirazioni, Anna ritrova un equilibrio esistenziale. Nella sua nuova vita, ci sarà posto solo per ciò che veramente conta, anche a costo di sacrificare il lavoro in una grande azienda. Una vita al prezzo di una vita.
Dalle pagine del romanzo emergono innumerevoli spunti di interesse: il viaggio introspettivo della protagonista che può essere d'aiuto per chi lotta contro i disturbi del comportamento alimentare; la rappresentazione della società disumanizzante e orientata al profitto che espropria l'individuo del suo tempo e della sua anima; il profondo rapporto d'amore con il mare che si alimenta della contemplazione delle onde e di passeggiate solitarie sulla battigia; e soprattutto la riflessione sul fatto che la felicità non vada ricercata all'esterno, nelle cose materiali e nelle persone che ci circondano, ma dentro di noi, nell'autenticità delle nostre passioni e aspirazioni.
Maria Rita Concilio (Salerno, 1973), manager in una multinazionale italiana, vive e lavora a Pescara. Nel 2007 ha esordito sulla scena letteraria con la silloge poetica "Ancora un alito di vento" (Ed. Tracce). "Mi hai trovata tu", per la qualità della scrittura e per la rilevanza delle tematiche affrontate si annuncia come una delle novità più interessanti nel panorama della narrativa femminile contemporanea.
«Il romanzo – ha spiegato l'autrice in una recente intervista - parla di emozioni e di sentimenti, innanzitutto. Poi, racconta la difficoltà che abbiamo tutti noi ad interrompere una relazione anche quando sappiamo bene che è sbagliata. Parla del distacco mentale e fisico che porta le coppie a scollarsi e gli amori a finire, in modo più o meno traumatico. Queste due storie, difficili e tormentate, sono funzionali al concetto che volevo esprimere: non serve affannarsi a "cercare" l'amore, non ci si dovrebbe sforzare per far funzionare una relazione. È l'amore che ci trova e lo fa nel momento esatto in cui siamo pronti ad accoglierlo nella nostra vita, quando siamo già "un intero" che, da solo, ha un significato e non "una metà" in cerca di ciò che le manca. Quando il momento è giusto, quando la persona è quella giusta, allora quell'Amore è per sempre…»
La protagonista del romanzo, Anna, è una giovane sognatrice, avida di letture, amante del mare. La vicenda è ambientata nell'ultimo decennio del secolo scorso, tra Roma, una imprecisata città della costa adriatica e Milano. Schiacciata dal peso delle aspettative che altri le hanno cucito addosso, Anna è alla ricerca di un amore perfetto per dare un senso alla propria vita. Crede di trovarlo in Alessandro, ma ben presto la loro relazione naufraga tra incomprensioni e incompatibilità. È allora che iniziano i disturbi del comportamento alimentare. Prima la bulimia, poi l'anoressia. In principio l'insano rapporto col cibo si manifesta come una richiesta di attenzione. In seguito diventa una dipendenza, subdola e latente. «Convivevo col suo spettro – si legge - Mi ricordava che si sarebbe potuta manifestare, indesiderata, in qualsiasi momento, ogni volta che la vita non avrebbe funzionato come volevo».
A Milano, dove Anna si è trasferita per uno stage in una multinazionale americana, conosce Carlo, rampollo anticonformista di una ricca famiglia di imprenditori, con il quale intreccia una relazione amorosa. Gli eventi che precedono e seguono la fine della loro storia costringono la protagonista a interrogarsi sul senso della vita e della morte, sul prezzo da pagare per una vita felice. Ricomincia allora la sua discesa negli abissi, accompagnata dai disturbi alimentari, dalla depressione, da sentimenti distruttivi e autolesionistici, da pensieri suicidi. A tirarla fuori da questo vortice è Cecilia, una collega, che la convince ad andare da uno psicanalista. Attraverso lo scavo analitico su di sé e sulla sua anima, sulle sue emozioni e aspirazioni, Anna ritrova un equilibrio esistenziale. Nella sua nuova vita, ci sarà posto solo per ciò che veramente conta, anche a costo di sacrificare il lavoro in una grande azienda. Una vita al prezzo di una vita.
Dalle pagine del romanzo emergono innumerevoli spunti di interesse: il viaggio introspettivo della protagonista che può essere d'aiuto per chi lotta contro i disturbi del comportamento alimentare; la rappresentazione della società disumanizzante e orientata al profitto che espropria l'individuo del suo tempo e della sua anima; il profondo rapporto d'amore con il mare che si alimenta della contemplazione delle onde e di passeggiate solitarie sulla battigia; e soprattutto la riflessione sul fatto che la felicità non vada ricercata all'esterno, nelle cose materiali e nelle persone che ci circondano, ma dentro di noi, nell'autenticità delle nostre passioni e aspirazioni.
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