Scicli (RG) - Venerdì 31 maggio alle ore 19, presso la Casa delle Culture in Corso Mazzini 7 si terrà la presentazione del libro "La strage di Modica (29 maggio 1921). Un caso irrisolto di cento anni fa" (Edizioni Sicilia punto L). L'autore, lo storico Giovanni Criscione, sarà presente per discutere il contenuto del libro insieme al giornalista Pippo Gurrieri, direttore del mensile "Sicilia Libertaria".
Un aspetto particolarmente enigmatico riguarda la sparizione dei nomi delle vittime dai registri dello Stato civile e del Cimitero di Modica, insieme ad alcuni documenti d'archivio fondamentali relativi al processo conservati dagli Archivi di Stato di Siracusa e di Ragusa. L'autore mette in luce il coinvolgimento degli uomini e degli apparati dello Stato nelle fasi precedenti e successive della strage, evidenziando il ruolo svolto da ispettori generali di Pubblica Sicurezza, prefetti e forze dell'ordine nel collaborare con i fascisti, nel coprire le responsabilità e nel manipolare il processo che si concluse con un esito assolutorio nel dicembre 1922 presso la Corte d'Assise di Siracusa.
La strage di Modica fu funzionale agli interessi dei ceti agrari e delle borghesie reazionarie e rappresentò un duro colpo per il movimento contadino e per il Partito Socialista, già indebolito dalle dimissioni forzate delle sue amministrazioni comunali avvenute nelle settimane precedenti.
La presentazione offre l'opportunità di riflettere su un capitolo oscuro della storia italiana e di approfondire la complessa interazione tra potere politico, sociale e giudiziario in un periodo cruciale della storia del nostro Paese.
"La strage di Modica" getta luce su un oscuro episodio della storia italiana: una manifestazione organizzata dal Partito Socialista che culminò in una tragedia durante uno scontro con le forze dell'ordine e alcuni fascisti.
Attraverso un'attenta analisi basata su documenti giudiziari e fonti d'archivio inedite, Criscione ricostruisce la complessa vicenda della strage di Modica, la storia processuale della strage, i misteri e i silenzi di cui fu costellata, le storie delle vittime e degli altri protagonisti, nel travagliato contesto della lotta politica di quegli anni.
Un aspetto particolarmente enigmatico riguarda la sparizione dei nomi delle vittime dai registri dello Stato civile e del Cimitero di Modica, insieme ad alcuni documenti d'archivio fondamentali relativi al processo conservati dagli Archivi di Stato di Siracusa e di Ragusa. L'autore mette in luce il coinvolgimento degli uomini e degli apparati dello Stato nelle fasi precedenti e successive della strage, evidenziando il ruolo svolto da ispettori generali di Pubblica Sicurezza, prefetti e forze dell'ordine nel collaborare con i fascisti, nel coprire le responsabilità e nel manipolare il processo che si concluse con un esito assolutorio nel dicembre 1922 presso la Corte d'Assise di Siracusa.
La strage di Modica fu funzionale agli interessi dei ceti agrari e delle borghesie reazionarie e rappresentò un duro colpo per il movimento contadino e per il Partito Socialista, già indebolito dalle dimissioni forzate delle sue amministrazioni comunali avvenute nelle settimane precedenti.
La presentazione offre l'opportunità di riflettere su un capitolo oscuro della storia italiana e di approfondire la complessa interazione tra potere politico, sociale e giudiziario in un periodo cruciale della storia del nostro Paese.
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