In Estremo Oriente le chiamano "frutti della longevità" perché le popolazioni che le consumano vivono mediamente più a lungo di altre. Non a caso i nutrizionisti europei e americani le hanno annoverate tra i cosiddetti “super-food”, vale a dire quegli alimenti vegetali che contengono tutto ciò di cui l'organismo umano ha bisogno (vitamine, minerali, fibre, antiossidanti, ecc.) e che apportano innumerevoli benefici alla salute.
Stiamo parlando delle bacche di goji, i prodigiosi frutti rossi dell’omonimo arbusto che cresce spontaneo nelle pianure alluvionali delle province cinesi di Xinjiang e Ningxia, lungo le sponde sabbiose del fiume Giallo e nelle fertili valli himalayane della Mongolia e del Tibet.
Da millenni le bacche di goji fanno parte abitualmente della dieta alimentare, della farmacopea e della medicina tradizionale delle popolazioni cinesi. Le prime piantagioni di goji in Cina risalgono agli anni Cinquanta del Novecento, quando l’accertamento in sede scientifica delle loro proprietà nutrienti e antiossidanti ne determinò un’improvvisa richiesta da parte dei mercati mondiali.
Solo in tempi relativamente recenti, queste bacche dalle straordinarie proprietà nutritive sono “approdate” anche in Italia, dove hanno incontrato un crescente successo sull’onda del diffuso interesse per stili di vita più sani e della maggiore attenzione dei consumatori per le proprietà intrinseche e i contesti d’origine degli alimenti (vegetarianesimo e veganismo, caratteristiche nutritive, effetti sulla salute, produzioni biologiche, OGM free, ecc.). Da questo punto di vista i piccoli frutti rossi del Lycium Barbarum (nome scientifico del goji) sono un potente concentrato di sostanze nutrienti, un autentico dono della natura.
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